L’opera di
Lionello Morone si pone in assoluta evidenza
attraverso la ricerca di un’estrema semplicità
d’immagine, la cui volumetria è restituita da
un’incidenza di luce che esalta e fissa
l’essenza stessa del paesaggio nel momento di
massima tensione compositiva. Motivo e istante
rivelatore di tutta una gamma di sentimenti,
visione di un mondo straordinario immerso nella
solitudine, nel silenzio della notte. “Anche la
notte ti somiglia – la notte remota che piange
muta, dentro il cuore profondo…; i versi di
Pavese sembrano sottolineare con estrema
rispondenza i versi di Morone.
Le immagini di
un paesaggio sospeso divengono narrazione,
diario segreto riscatto poetico
dall’inesauribile e soffocante società
industriale avanzata per divenire simbolo magico
di un nuovo universo, di una dimensione umana
più vera e consapevole. In un contesto così
meditato esplodono i colori, come brevi accenni
luminosi nel buio, in una ricerca di assoluta e
integrale vibrazione cromatica, colori che
infondono alle opere di Morone un senso di
astrazione contemplativa.
Oltre ai noti
“Pleniluni”, in questa personale si evidenziano
alcune composizioni floreali che presentano un
Morone inedito, ma legato ai colori e alla
scelta compositiva abituale; il linguaggio si fa
essenziale, scandito nel ritmo di colori caldi e
vibranti e da una sottile tensione espressiva
sbocciano fiori immersi in un’atmosfera
intimamente poetica.
Angelo
Mistrangelo
|