Presentazione della mostra
a cura di Angelo Mistrangelo
L’opera di Lionello Morone si
pone in assoluta evidenza attraverso la ricerca di un’estrema
semplicità d’immagine, la cui volumetria è restituita da
un’incidenza di luce che esalta e fissa l’essenza stessa del
paesaggio nel momento di massima tensione compositiva. Motivo e
istante rivelatore di tutta una gamma di sentimenti, visione di
un mondo straordinario immerso nella solitudine, nel silenzio
della notte. “Anche la notte ti somiglia – la notte remota che
piange muta, dentro il cuore profondo…; i versi di Pavese
sembrano sottolineare con estrema rispondenza i versi di Morone.
Le immagini di un paesaggio
sospeso divengono narrazione, diario segreto riscatto poetico
dall’inesauribile e soffocante società industriale avanzata per
divenire simbolo magico di un nuovo universo, di una dimensione
umana più vera e consapevole. In un contesto così meditato
esplodono i colori, come brevi accenni luminosi nel buio, in una
ricerca di assoluta e integrale vibrazione cromatica, colori che
infondono alle opere di Morone un senso di astrazione
contemplativa.
Oltre ai noti “Pleniluni”, in
questa personale si evidenziano alcune composizioni floreali che
presentano un Morone inedito, ma legato ai colori e alla scelta
compositiva abituale; il linguaggio si fa essenziale, scandito
nel ritmo di colori caldi e vibranti e da una sottile tensione
espressiva sbocciano fiori immersi in un’atmosfera intimamente
poetica.
Angelo Mistrangelo
Recensione
pubblicata su “Il cittadino”
Lionello
Morone pittore della sintesi e della trasfigurazione analitica
legata ad un richiamo velato di romanticismo. E’ pittore che
sempre coglie nell’attimo fugace un qualcosa, un perché, una
causa, un effetto di tutto ciò che raffigura. I suoi temi sono
legati ad una matrice di pavesiana memoria, al mondo della “Luna
e i Falò”, della tematica del “mestiere di vivere”. La
compositività dei dipinti è messa in risalto dal taglio
orizzontale delle sue tele, dai neri dei fondi, dall’astro
bianco, dalle ocre delle colline, dai punti rifrangenti assai
cromatici che sono il simbolo personale della sua pittura
ispirata alle colline della Langa viste nell’ottica di una
libera trasfigurazione.
Mario Robiglio

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