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Presentazione della mostra a cura di Luciano Bertello

Raccolgo ricordi, immagini, sensazioni, parole su Lionello Morone. Si delinea un percorso artistico in continua evoluzione, sempre in bilico tra reale e fantastico, ma all'interno di una pacata, serena, direi quasi "panteistica" visione della natura. Morone interpreta i paesaggi dell'anima in modo del tutto personale, esasperando i colori delle stagioni, del giorno, della notte, della terra e del cielo.

Quei paesaggi sono le colline del Roero, un punto fermo nella sua vita: le colline dell'infanzia, le colline-rifugio degli anni cittadini, le colline da vivere, finalmente, "a tempo pieno". Ed il colore è lo strumento per arrivare all'anima delle colline, attraverso il mito, dapprima, e il "colore dinamico", poi. Come uno sciamano, un rabdomante del colore, Morone penetra fra le più recondite pieghe culturali del Roero, sente il mistero che pervade le rocche, le colline, traspone sulla tela emozioni, umori di terra.

C'è poi il Morone delle acqueforti, una tecnica d'altri tempi che l'artista pratica nel suo laboratorio di Santo Stefano Roero. Esili come ragnatele, le acqueforti sembrano sogni, moti dell'animo, poesia e rispecchiano pienamente la delicata semplicità, la pulsione artistica e la tensione alla ricerca di questo autentico interprete del Roero.

                                                          

Luciano Bertello

 

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